Sara Asquini - Triste Eleganza

Pubblicato il 4 novembre 2025 alle ore 12:01

ARTISTA : SARA ASQUINI 

Titolo dell’opera: TRISTE ELEGANZA
Anno di realizzazione: 2025
Tecnica e materiali utilizzati: China, colori acrilici, piombi a rilievo, foglia d’oro

Dimensioni: 60 x 80

. Email di contatto: asquini.sara70@gmail.com

Sito web: www.sara-artcollection.it

 

 

C’è un silenzio che parla nelle opere di Sara Asquini: un silenzio denso, dorato, come quello che precede la rivelazione.
In "Triste Eleganza", l’artista affronta il volto femminile come soglia tra due mondi — l’interiorità e l’apparenza, la luce e la sua ombra.
Il viso emerge da un fondo notturno, costruito con segni fluidi e stratificazioni di materia, dove la foglia d’oro diventa non solo elemento decorativo, ma metafora di guarigione: ciò che era ferita ora brilla, ciò che era fragilità diventa splendore.

Il rosso delle labbra, acceso e vibrante, rompe la compostezza del volto e introduce la vita nel silenzio.
È un gesto di affermazione: la parola non è necessaria, basta il colore a raccontare la dignità della rinascita.
Il nero, invece, avvolge e protegge; è l’ombra dell’anima che non teme di mostrarsi, perché sa che la bellezza autentica nasce dall’incompletezza.

Nella poetica di Asquini, la materia assume un valore simbolico profondo.
Le linee tracciate con piombo e i rilievi dorati costruiscono una geografia interiore: percorsi di luce che attraversano la superficie come vene dell’emozione.
Ogni gesto pittorico è un ascolto, un modo per dare forma a ciò che non può essere detto — la malinconia, la vulnerabilità, la forza silenziosa che abita ogni essere umano.

In Triste Eleganza, la donna diventa archetipo, specchio e confessione.
La sua chiusura dello sguardo non è rinuncia, ma introspezione: una resa consapevole alla profondità del sentire.
L’artista ci invita a contemplare la bellezza come atto di verità, come scelta di accogliere le proprie ombre e renderle luminose.

L’opera si muove così tra dualità opposte: fragilità e potenza, dolore e grazia, quiete e intensità.
È un equilibrio delicato e perfetto — il punto d’incontro dove l’anima si fa materia e la materia, a sua volta, diventa anima.

 

“Dalla fragilità nasce la luce più autentica.” 

Sara Asquini

 

 

Testo critico a cura di Maria Di Stasio


L'ARTISTA RACCONTA :

1. Da dove nasce l’idea di questa opera?
L’ idea di questa opera nasce dalla forza silenziosa e dalla fragilità. E’ un ritratto di una donna che
trasforma la malinconia in bellezza e il dolore in luce. L ‘ eleganza nasce dal coraggio di mostrarsi,
anche quando l’ anima e in ombra.

2. Come si è sviluppato il tuo processo creativo?
Nasce dall’ ascolto delle emozioni. Ho seguito l’ istinto, unendo materia e colore per dare forma ai
contrasti interiori tra forza e fragilità.

3. C’è un messaggio o una riflessione che desideri trasmettere attraverso quest’opera?

Con quest’ opera desidero inviare a riflettere sulla bellezza che può nascere anche dalla tristezza. La
vera eleganza è accogliere le proprie emozioni e trasformarle in forza silenziosa.

4. Hai una frase o citazione che rappresenta il tuo lavoro?

Dalla Fragilità nasce la luce più autentica.


Dalla tela al tessuto — l’arte come identità

Oltre la pittura, Sara Asquini ha scelto di far vivere le sue opere anche nel quotidiano.
Sul suo sito ha aperto un e-commerce dove propone una linea esclusiva di borse, t-shirt, giubbotti e accessori artistici nati dalle sue creazioni pittoriche.
Ogni capo diventa così una tela da indossare: un modo per portare l’arte con sé, trasformando la visione in materia, il segno in stile.
Una scelta che unisce estetica e identità, continuando il dialogo tra anima e materia, tra l’opera e chi la vive.

🔗 www.sara-artcollection.it

 

 


Triste Eleganza è più di un ritratto: è una soglia di consapevolezza.
Racconta la metamorfosi di ciò che è fragile in ciò che è potente, il passaggio dalla vulnerabilità alla luce interiore.
Nel volto silenzioso della donna dipinta da Sara Asquini vive l’archetipo di una femminilità nuova — non più decorativa o distante, ma profondamente umana, segnata da emozioni che diventano linguaggio visivo.

 

L’artista, attraverso il dialogo tra oro e nero, tra luce e ombra, ridefinisce il concetto stesso di eleganza: non più misura esteriore, ma gesto intimo, coraggio di mostrarsi per ciò che si è.
Ogni suo tratto pittorico diventa un atto di affermazione, una celebrazione della resilienza femminile come forma d’arte.

 

Nel percorso di Anima e Materia, Triste Eleganza rappresenta l’essenza di ciò che la rubrica vuole raccontare: la possibilità che la pittura diventi confessione, che la materia si faccia sentimento e che l’anima, attraverso il colore, trovi la propria voce.

 

A cura di Maria Di Stasio

 

 

 

 


© Testo critico e redazionale a cura di Maria Di Stasio
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Le opere e le immagini appartengono ai rispettivi artisti e sono pubblicate su concessione degli stessi.
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